Questioni di qualità o solo formalità? Continuerò a non studiare a non lavorare a non guardare la tivù. A non andare al cinema a non fare sport. A evitare le insegne luminose che attirano allocchi. A non essere pigro di testa. A non mentire. Ma ben vestito, quello si

martedì 30 novembre 2010

Fotografie

Il sangue si ferma, a volte, lasciando scorrete solo il tempo e l'asfalto sotto le ruote. Il cielo plumbeo minaccia neve e così è. Ho pensieri increspati che fuggono da stranianti realtà. Rimango a bocca aperta a volte come un bambino curioso che per la prima volta vede con i suoi occhi una stranezza. Eppure sa di già visto di già vissuto.
Distogliere l'attenzione dai fatti e dalle parole non è cosa semplice. Come non è facile immedesimarsi in altri per capire l'effetto di certe parole o quello che di te arriva nella loro anima. Così capita che qualcuno ti dica che sei incoerente e tu ti domandi perchè, dove hai sbagliato. Oppure ti chiedi se davvero quelle persone ti conoscono. Non è importante approfondire se la tua controparte si ferma solo all'apparenza. Occorre fermarsi, non gettare al vento ulteriori parole che per pigrizia non verrebbero capite. E' strano però, a prendersi dell'"intellettuale" ci vuole molto poco per chi ha desiderio di approfondire  idee, sensazioni e conoscenze. A me pare così normale farlo. E intanto sono sempre a pormi domande che non avranno risposte perchè a volte non ne richiedono. La profondità che ti aprono gli altri non è che un monito per scavare sempre di più in te. Ora non divago più la complessità è una cosa pesante da gestire. Inizierò un percorso diverso, la smetterò di fare la parte dell'inutile Don Chisciotte e di scaraventarsi contro i mulini a vento sapendo già di finire nel loro ruotare facendomi male al cuore. Nel mentre ci sono scontri in piazza, pensieri che devono giungere a destinazione, carezze da regalare, ricordi da sfamare, vivi, reali ed irreali, desideri splendenti e pericolosi momenti dove vorresti essere là, rilassato e se non felice, almeno sereno.
Ho idee da portare avanti anche in solitudine. La condizione migliore per riscoprirsi, la situazione peggiore per gestirsi. Fotografie da guardare, sfiorandole stando attento a non danneggiarle. Qualcuno lo sa.

lunedì 29 novembre 2010

Io e me

Scalerò le montagne 
per ritrovarmi ogni volta che 
mi sentirò trascurato 
dal me stesso che piace a me. 

Sarò la mia idonea compagnia 
fino a che la mia vista capirà 
quale direzione prendere 
nel lungo-breve viaggio della vita. 

Io e me siamo il meglio che c'è: siamo fertili. 
Io e me siamo il meglio che c'è: siamo duttili. 

Scenderò dai dirupi 
aggrappato all'altro me, 
per tornare fra i lupi 
delle selve delle città. 

Sarà la migliore garanzia 
di acquisire l'immunità 
da tossine e patogenesi 
per abuso di contiguità. 

Io e me siamo il meglio che c'è: siamo fertili. 
Io e me siamo il meglio che c'è: siamo duttili. 

E quando sei convinto che sia meglio così... 
E sembra che la tua furbizia trionferà... 
E quando sei... e quando sei sicuro di te 
e senti che non stai sbagliando, proprio no!... 

Beh... fanne tesoro, perchè verrà... 
cenciosa e rapace verrà 
la solitudine su di te. 

Fanne tesoro, perchè verrà... 
lagnosa e tenace verrà 
la solitudine su di te. 

Fanne tesoro, perchè verrà... 
astiosa e vorace verrà 
la solitudine su di te. 

Fanne tesoro, perchè verrà... 
Fanne tesoro, perchè verrà... 
la solitudine su di te. 


Cristiano Godano

venerdì 26 novembre 2010

Dipendenze

Il sottile gioco di tutte le mie dipendenze
nasce dai ricordi, molto più che dalle presenze.

sabato 20 novembre 2010

Palle. brutalità e gentilezze

Capita che non si sappia se una palla è entrata tra i pali.
Capita che l'arbitro non sappia che fare.
Capita che una telecronista si avvicini all'arbitro per dirgli che la palla è dentro.
E lui, con gentilezza, ringrazia.
Capita che le due squadre non vogliano uscire dal campo passando per la solita umida galleria.
Capita che decidano di passare in mezzo ai tifosi, pardon, in mezzo alla gente.
Capita, forse, che uno di loro allunghi la mano e rubi una birra ad uno spettatore.

E' uno sport che unisce. E non è il calcio.
E' un calcio nei coglioni al calcio e a tutte le pagliacciate che lo incorniciano.

venerdì 19 novembre 2010

Dodici anni

Sembra ieri e a volte lo è.
Intanto anime sono andate, alcune ritorneranno, altre non torneranno più.
Anime sono arrivate, alcune per fermarsi, altre solo di passaggio.
Altre anime ci sono sempre state e non se ne andranno mai.
Qualcuna c'era, non te ne sei mai accorto prima d'ora.
Altre sono li per farsi scoprire o magari riscoprire in queste pianure di disattenzione.
E intanto sono passati dodici anni.
L'aria è sempre più irrespirabile, l'acqua sa sempre più di cloro, i rifiuti sono il nuovo oro.
Qualcuno rivuole il nucleare e qualcuno nega che ci sia la mafia al nord.
Il Toro è sempre in B e Pantani non c'è più
Qui tante cose sono cambiate. E lì?

giovedì 18 novembre 2010

Foglie, lampeggi, lentezze

Così è l'autunno. passi giorni, notti a marcire come le foglie appena cadute e poi ti svegli e non c'è nebbia, non piove più e il sole prova a rifarsi vivo. Ti bussano alla porta e questa volta la riconosci: è la Follia in carne ed ossa, che è tornata a farsi viva, nonostante le molte volte che gli hai chiuso la porta in faccia. Ha un affare da proporti, quelle cose che non si rifiutano e tu non puoi rifiutare. Tra rivelazioni e lampeggi di incoscienza ti ritrovi altrove. A condividere secondi che mai avresti immaginato. A rimettere in discussione idee difese sempre con i denti con la convinzione di chi vorrebbe diventare un meccanismo perfetto.
Ti piace essere altrove, vorresti farci l'abitudine, poi ti accorgi che è Novembre e sai che gli animali come te dovrebbero essere in letargo. Spegni la luce e cerchi di chiudere gli occhi, prepari la mente a mesi di riposo. Sai che il sole di Novembre è labile. Ma forse è per quella brevità, per le lentezze che quelle poche ore di luce sanno regalarti. Sensazioni diverse nel bene, nel male, tra il passato e il presente. Tra vite che partono e vite che arrivano.Gli occhi sono fatti per guardare altri occhi. Ora i miei li chiudo. Buonanotte

domenica 14 novembre 2010

Labbra blu

Strategie d'uscita

Ricordo che anni fa c'era chi aveva strategie d'uscita particolari: aspettava mezzanotte
per poi saltare dal suo balcone verso la casa vicina. Da li, di corsa giù per vie strette verso
un luogo prestabilito, dove ad attenderlo c'era sempre una macchina accesa.
Spesso le notti di qualcuno incominciavano così, con strategie prestabilite, appuntamenti non evitabili,
accompagnate da vini non certo pregiati ma pur sempre importanti per legare i fili della vita.
Tutto ad insaputa dei più.
Il bicchiere di vino ti sorreggeva, la notte ti accompagnava. Così, fino a quando all'improvviso non si cadeva
per rialzarsi intontiti ed attoniti la mattina seguente o meglio, il pomeriggio dopo.
Le cose cambiano com'è giusto che sia, ma la ricerca di vie d'uscita quelle no, rimangono, come rimangono i ricordi, le sensazioni, parole, gesti e fatti del tempo che è stato.
Ci sono vie d'uscita per molte situazioni, si creano, si simulano, si distruggono.
Non ci sono però strategie d'uscita dallo scorrere umano, ci sono solo punti di esondazione, dove la forza delle idee, delle ire, tracima. Rompendo gli argini, inondando tutto quello che di labile e di certo ci circonda.
Fino a quando il tutto rientra per continuare a scorrere, a defluire veso l'oceano dell'esistenza.
Come in quelle notti che correvano lontano dove il solo fatto di esserci era la prova di cosa volesse dire esistere,
tra storie, leggende e verità. Davanti a bottiglie di vino oramai vuote in tarde ore. E non sapere come uscirne.
E poi tornare a casa, sfatti come i letti lasciati il giorno prima, coricarsi, chiudere gli occhi mentre tutto girava intorno, dedicando quel'ultima preghiera a Nostra Signora dei cinici che ci preserva dai sentimenti.