Questioni di qualità o solo formalità? Continuerò a non studiare a non lavorare a non guardare la tivù. A non andare al cinema a non fare sport. A evitare le insegne luminose che attirano allocchi. A non essere pigro di testa. A non mentire. Ma ben vestito, quello si

venerdì 18 febbraio 2011

Probabilmente

Probabilmente condurre questa danza comporta rischi, di cui non c’era bisogno.
Ma la spirale densa di questa cadenza ci trascina e non pensiamo più a nulla,
fra questa gente colta che impiega continuamente senza errori
congiuntivi, preservativi e formule di cortesia.
E alla fine dei conti che cosa abbiamo capito del nostro viaggio in fondo alla noia?
Probabilmente ci presenteranno il conto alla fine della canzone.
Probabilmente le stelle si spegneranno alla fine della canzone.
Probabilmente creperemo con gli occhi trafitti dalla luce potente Di Dio
o qualche altra sacra diavoleria
E alla fine delle parole ci si dovrà accontentare degli applausi virtuali dei sordomuti.
Tra questa gente che ci sente bene ma che ascolta solo il silenzio,
tra questi riciclatori di denaro sporco e questi anneritori di voci bianche,
tra questi meticci che ci fregano il posto in galera.
Probabilmente, si, probabilmente.
Probabilmente ci si sentirà un po’ più scemi alla fine della canzone.
Probabilmente gli sbirri arriveranno alla fine della canzone.
Probabilmente bisogna schiodarsi dalla linea di tiro di questi maleducati
che impallinano tutto ciò che non riescono a capire. E questa danza ha passi molto complicati.
Tra questa gente che sa trovare le parole giuste quando si muore,
in mezzo a coloro che cadono con gran dispiacere degli assicuratori.
Logora pensare che c’è sempre un bastardo in agguato,
o indossare magliette con la faccia dei propri morti preferiti.
Così fanno, poi se ne vanno.
Tre giravolte ed è la fine di sta cazzo di canzone.

G. Canali

lunedì 14 febbraio 2011

Ci vuole fortuna


Quella serata fredda in riva al mare, quel messaggio che arrivò sul mio cellulare, il brivido. Lo seppi così, insieme a pochi amici chiusi in un locale davanti ad un mare agitato. Era finita un epoca, pensai. Rivivevo le passioni che aveva saputo scatenare e non solo a me. Rivedevo chi non c'era più. Ricordavo la prima volta che lo vidi. proprio li, davanti al mare. Ricordavo le sue salite e la voce di De Zan.
Le sue fughe, i suoi scatti, come un fuggire in solitudine dal mondo. C'era la storia in quelle immagini, una reazione inconsapevole alla solitudine. Il suo scatto secco mentre la strada sale sotto le sue ruote, sempre di più. Una delle cose da salvare, da celebrare. L'emozione era un'ascesa verso vette impossibili e dopo tutto non capivi il perchè. L'ho vissuto e non lo dimentico, sarà per via di quegli anni di improvvisi cambiamenti, sarà perchè c'era la poesia nascosta od osservarlo a tifare per lui. Mentre la fine giungeva in una fredda camera d'albergo in riva al mare,come una coincidenza, tra disordine e letti sfatti, spazzando via le troppe parole, i finti amici, le finte gioie, le sfortune. Ci vuole fortuna, nella vita. "Ci vuole fortuna anche a morire. Non serve volare, ci vuole fortuna, anche per essere un Dio ci vuole fortuna. Perchè non basta la luna in certe sere. Non basta la luna, quando gli amici non si trovano gratis, ci vuole fortuna".
Da quel giorno tutti gli anni mi ricordo di San Valentino, da quel giorno tutti gli anni la malinconia sale sui pedali, fugge in salita. Senza meta.

sabato 12 febbraio 2011

Pavese, Fenoglio e le colline

Nelle giornate limpide se mi affaccio al balcone, in lontananza il Monviso svetta su tutte le altre cime innevate, sotto, a circondarlo come una cornice, dolci colline e ricordi forse stupidi.
Attraversare queste terre, tornare indietro nel tempo, in solitudine come spesso accadeva qualche anno fa.
Le Langhe cambiano, il cemento le ferisce. Il fascino, a fatica si mantiene, la storia, i castelli. Un tempo non c'era neanche l'autostrada forse era più intrigante attraversare quei paesi sempre troppo indaffarati, trafficati, troppo presi per ricordarsi dell' importanza di quelle terre. Tra Cesare Pavese che ancora aleggia sui confini tra Monferrato e Langhe, ricordandoci le lune, le estati, le insoddisfazioni, Beppe Fenoglio, la sua resistenza, le sue questioni private, precursore dell'internazionalizzazione di questa terre con il suo mischiare inglese ed italiano. Ora quella lingua è la seconda lingua al pari dell'italiano. La prima è quell'accento piemontese stretto difficile da capire con quelle venature Occitane, francofone. Ho difficoltà pure io ha capirlo nonostante nelle vene scorra in parte quel sangue.
Partire il sabato mattina, incontrare le sue colline, le sue vigne, i suoi sapori ritrovando amici davanti ad una cucina tanto semplice quanto speciale. Bevendo serenamente vini forti e delicati nel contempo.
Mentre gli occhi passano da vigne a nocciole e laggiù, Alba, la Nutella, antica ricetta locale diventata valore mondiale. Più in su La Morra a guardarci dall'alto delle sue sponde ricamate di vigne, fino a Barolo dove tra le sue vie sembra di sentire quell'odore legnoso di barrique. In alto, la davanti sull'altopiano, Bra, il Roero, i suoi formaggi, la sua voglia di rivoluzione, il voler rallentare il mondo troppo veloce per poter assaporare desideri e virtù. E ancora Dogliani, Carrù con i suoi carrelli di bolliti che ricordano altri "bolliti" dei nostri giorni.
Saziarsi di piccoli piaceri di semplici gesti, riempirsi avidamente, quasi deflagrando, perchè le nostre ricerche spesso ci distolgono dai veri valori. Ci lambisce la noia, ci sconfortano le ossessioni, ci scordiamo di dare il giusto peso alle cose e poi ti ritrovi in semplicità a vivere momenti forse inutili alla vita "pratica" ma ben sapendo che fan parte di quel carburante umano oramai raro, ne sorridi.  Nelle cose semplici forse sta il segreto di tutto e noi ci sforziamo per non vederlo.Cercare odori, sapori e persone speciali, nella semplicità, in paesini lontani, sperduti. Ritornarci. L'antidoto a tutto questo. Le cose semplici  e mai banali. Vorresti imprimere le sensazioni e le emozioni come colori su tele impolverate con pennellate forti e decise accuditi dal fantasma di Chagal.
Ritorno a casa che è sera, fuori nevischia e la temperatura dell'aria la senti in tutti i muscoli, mi riscaldo con il tepore dell'auto, mentre i miei occhi riguardano quei luoghi illuminati dalle troppe luci della sera. Avrei voluto far conoscere questi posti ad una persona, ci penso e ci ripenso guardando intorno a me.
L'asfalto, nel mentre scorre davanti a me nei saliscendi indefiniti tra pianure e colline, e le Alpi alle spalle ad osservare il viaggio infinito.

mercoledì 9 febbraio 2011

Ad occhi chiusi

Di mese in mese  attraversando giorni e notti navigando ore, minuti, secondi. Tentativi di raggiungere un alleanza col più temibile dei nemici. E lui, il Tempo se la ghigna con quello sguardo senza fine incurante delle tue parole.
"Se non lo uccidi ti ci puoi alleare. Così che la tua carne sia plastilina".
Imparerò a leggere ad occhi chiusi. Prima o poi

sabato 5 febbraio 2011

Ancora no

Ecco. Come l'Italia, difendo, placco tutto, ci metto tutta l'anima che ho, creo con sprazzi di fantasia.
Non esco dal campo se non ho fango in ogni angolo della mia pelle. Distrutto, ammaccato, contuso. Ma quella maledetta vittoria, ancora no.
"Metto la testa dove voi non mettereste nemmeno i piedi."

venerdì 4 febbraio 2011

Fotogramma n° 0 - Il principio

Esterno -  In una piazza - Notte

Nell'ombra voci e pensieri di facce conosciute. Sotto un lampione, insetti che svolazzano intorno alla luce. Seduti su pietre fredde  in un angolo. Le scale scendono verso la fine. La notte è lunga, com'è lunga la vita in quel momento. Volti giovani senza barba, in piano sequenza. Parole acerbe di idee intense, forti come possono essere a quell'età. L'ora tarda è solo un finto muro, oltrepassarlo è facile.
Ha inizio qui, e se non li, appena intorno. Tra pensieri disordinati  e parole imprecise, mentre qualcuno origlia dietro le persiane. L'indomani è dietro gli angoli bui delle viette strette, a quell'età la luce non serve. Il principio. Solo 21 grammi e il desiderio di scrivere la commedia perfetta. La suggestione dell'infinità. Do you remember?
Dissolvenza