Questioni di qualità o solo formalità? Continuerò a non studiare a non lavorare a non guardare la tivù. A non andare al cinema a non fare sport. A evitare le insegne luminose che attirano allocchi. A non essere pigro di testa. A non mentire. Ma ben vestito, quello si

sabato 12 febbraio 2011

Pavese, Fenoglio e le colline

Nelle giornate limpide se mi affaccio al balcone, in lontananza il Monviso svetta su tutte le altre cime innevate, sotto, a circondarlo come una cornice, dolci colline e ricordi forse stupidi.
Attraversare queste terre, tornare indietro nel tempo, in solitudine come spesso accadeva qualche anno fa.
Le Langhe cambiano, il cemento le ferisce. Il fascino, a fatica si mantiene, la storia, i castelli. Un tempo non c'era neanche l'autostrada forse era più intrigante attraversare quei paesi sempre troppo indaffarati, trafficati, troppo presi per ricordarsi dell' importanza di quelle terre. Tra Cesare Pavese che ancora aleggia sui confini tra Monferrato e Langhe, ricordandoci le lune, le estati, le insoddisfazioni, Beppe Fenoglio, la sua resistenza, le sue questioni private, precursore dell'internazionalizzazione di questa terre con il suo mischiare inglese ed italiano. Ora quella lingua è la seconda lingua al pari dell'italiano. La prima è quell'accento piemontese stretto difficile da capire con quelle venature Occitane, francofone. Ho difficoltà pure io ha capirlo nonostante nelle vene scorra in parte quel sangue.
Partire il sabato mattina, incontrare le sue colline, le sue vigne, i suoi sapori ritrovando amici davanti ad una cucina tanto semplice quanto speciale. Bevendo serenamente vini forti e delicati nel contempo.
Mentre gli occhi passano da vigne a nocciole e laggiù, Alba, la Nutella, antica ricetta locale diventata valore mondiale. Più in su La Morra a guardarci dall'alto delle sue sponde ricamate di vigne, fino a Barolo dove tra le sue vie sembra di sentire quell'odore legnoso di barrique. In alto, la davanti sull'altopiano, Bra, il Roero, i suoi formaggi, la sua voglia di rivoluzione, il voler rallentare il mondo troppo veloce per poter assaporare desideri e virtù. E ancora Dogliani, Carrù con i suoi carrelli di bolliti che ricordano altri "bolliti" dei nostri giorni.
Saziarsi di piccoli piaceri di semplici gesti, riempirsi avidamente, quasi deflagrando, perchè le nostre ricerche spesso ci distolgono dai veri valori. Ci lambisce la noia, ci sconfortano le ossessioni, ci scordiamo di dare il giusto peso alle cose e poi ti ritrovi in semplicità a vivere momenti forse inutili alla vita "pratica" ma ben sapendo che fan parte di quel carburante umano oramai raro, ne sorridi.  Nelle cose semplici forse sta il segreto di tutto e noi ci sforziamo per non vederlo.Cercare odori, sapori e persone speciali, nella semplicità, in paesini lontani, sperduti. Ritornarci. L'antidoto a tutto questo. Le cose semplici  e mai banali. Vorresti imprimere le sensazioni e le emozioni come colori su tele impolverate con pennellate forti e decise accuditi dal fantasma di Chagal.
Ritorno a casa che è sera, fuori nevischia e la temperatura dell'aria la senti in tutti i muscoli, mi riscaldo con il tepore dell'auto, mentre i miei occhi riguardano quei luoghi illuminati dalle troppe luci della sera. Avrei voluto far conoscere questi posti ad una persona, ci penso e ci ripenso guardando intorno a me.
L'asfalto, nel mentre scorre davanti a me nei saliscendi indefiniti tra pianure e colline, e le Alpi alle spalle ad osservare il viaggio infinito.

1 commento:

  1. attraverso le tue scritture...quella persona,chiudendo gli occhi,un po' riesce a vivere quei luoghi...

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