Questioni di qualità o solo formalità? Continuerò a non studiare a non lavorare a non guardare la tivù. A non andare al cinema a non fare sport. A evitare le insegne luminose che attirano allocchi. A non essere pigro di testa. A non mentire. Ma ben vestito, quello si

martedì 1 marzo 2011

Il mio punto di rottura

E’ tutta una questione di comportamento? E’ solo un modo di comportarsi, reprimendo le proprie parole per non causare danni? Il quieto vivere, dire va bene e poi pensare tutt’altro? Non è così, non è facile trattenermi  se le parole vengono usate a caso (meglio dire a cazzo) svilendo il loro significato. Poi scoppio, non mi trattengo e spesso non è piacevole. Non posso sentirmi dire che “la caratura delle autorità invitate necessita di una locazione adeguata”. Adeguata a cosa, al loro culo? Troppo importanti per sedersi su una sedia di plastica, dobbiamo farli sedere per forza sulle poltrone di pelle che il loro fondoschiena poco affaticato predilige, dato il ruolo che ricoprono? Non sarebbe il caso che questi pseudo elitari post governativi si facciano un bagno di umiltà appoggiando il loro culo direttamente per terra, tanto per avere chiara cos’è la visione “dal basso” dei comuni mortali che tirano la carretta per una vita spesso senza una minima gratificazione? Qual‘ è la “vetrina adatta ad accogliere queste autorità”? Ma un salto spazio/temporale nella vita reale no? E’ troppo chiederlo? E il continuo dire che “noi stiamo in mezzo alla gente” dov’è finito? Ah, è vero parlano ma non ne conoscono il significato. Ma in tutto questo quello che mi fa schifo non è il comportamento di queste piccole autorità. E’ il servilismo accecato di una massa di stupidi che fanno di tutto per entrare nelle grazie di sti mentecatti fuori dal mondo. Questa è prostituzione intellettuale dilaga nella società civile, o meglio ex civile. Non è questione di puttane, è che le puttane sono ovunque uomini o donne, sono intorno a noi. Dove può andare una nazione che si ritrova in questo stato? È un giro di parole, ma si sa: a puttane, solo a puttane può andare. Tutti indaffarati a preparare inutili manifestazioni per la felicità dei superiori, dei padroni. Tutto deve essere preciso, dalla carta da parati ai tappeti, alle sedie, all’acqua minerale, alle belle statuine appositamente posizionate per accogliere il potere. Tutto tranne i contenuti, quelli sono sempre gli stessi, noiosi e scontati, superficiali, evasivi, subdoli. Dedicati ad una massa di servetti inutili sempre pronti a sdraiarsi davanti all’autorità. Non ho problemi a rispettare l’autorità in se, anche se le idee spesso sono l’opposto dello scibile umano. Ma per favore, non chiedetemi di inginocchiarmi, non chiedetemi di abbassare lo sguardo quando stringo qualche mano "importante", non è proprio il caso, non sono la persona giusta. Cercate altrove. Anzi vi dirò, mi sto anche rompendo il cazzo e non faccio fatica a rimettermi a far niente. Tanto qui è una delusione. A parole tutti vorrebbero la rivoluzione,  ma non hanno manco il coraggio di guardarti negli occhi quando gli parli. Prendessimo spunto da quelli che qualche ignorante xenofobo chiamava “bingo bongo” saremmo a buon punto. Ma quelle son persone intelligenti. Mica stupidi e inutili come noi. Ce lo meritiamo Berlusconi, ce li meritiamo i suoi cloni. Ci meritiamo il Berlusconi che è in noi, perché ci fa comodo. Fa comodo in questo mondo inconsapevole abituato ormai a tutto sapere che c'è qualcuno come lui, o peggio di lui. Così l'asticella della dignità la teniamo bassa, che poi se è troppo alta e cadiamo rischiamo di farci male, di perdere le nostre certezze inconsistenti per non dire altro.
Per fortuna ho avuto cattivi maestri, mi hanno insegnato i limiti della decenza, mi hanno insegnato a prediligere la fusione alla fissione e soprattutto mi hanno insegnato a coltivare la libertà di pensiero. Non saranno quattro coglioni a rimettere in discussioni le mie idee. E' l'unica certezza che ho.

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