La schiena appoggiata sul bancone, la luce bassa non impediva di scrutare nei minimi dettagli le persone che mi circondavano.
Sul palco i suoni e i rumori si susseguivano, come rincorsi da un'ombra invisibile, la fine,"The End". Tenevo stretto in mano il bicchiere con gli ultimi sorsi di cubalibre. Mi atteggiavo infastidito da persona normale, la chitarra strideva, l'anima anche. La porta a vetri d'ingresso stava sulla mia destra, mi giravo di scatto ogni qualvolta la sentivo sbattere.
Una nota, un rumore un altro sorso, cambio di immagini veloci. La porta che si apriva, il buio all'esterno, piano lei si avvicinò a me. Non fù più lo stesso mondo da quella volta.
...da quella volta qualcosa cambio' anche x lei... magari stanotte ti lascera' dei dolcetti e del carbone sulla soglia dei tuoi sogni. lo sai...
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